CASTELVECCHIO DI COMPITO
Le origini del borgo di Castelvecchio di Compito, conosciuto anche come "Castrovetere", coincidono con la caduta dell'Impero Romano e le conseguenti invasioni barbariche che seminarono morte e distruzione, nell'intera campagna lucchese, nell'area del compitese, ciò provocò l'abbandono delle molte fattorie, nate sulle rive del lago Di Sesto e l'impaludamento delle loro terre, la popolazione fu costretta a cercare riparo sulle alture vicine, raggruppandosi in piccoli agglomerati urbani, spesso provvisti di difese, come avvenne per Castelvecchio di Compito, comunque la storia del borgo, la possiamo far risalire anche all'epoca preromana, l'Auser (il fiume Serchio) rappresentò per molti secoli, un'importante via commerciale, le barche trasportarono le merci dalla Garfagnana fino al mare e viceversa, sfruttando il ramo dell'Auser, immissario del lago di Sesto o di Bientina che a sua volta era collegato al fiume Arno, questo commercio fluviale, favorì da sempre l'insediamento umano, lungo le sue rive, la pesca, l'agricoltura e la possibilità di commerciare, portarono alla formazione dei primi insediamenti del Padule del compitese.
Con l'arrivo dei romani, nell'area del Padule di Castelvecchio di Compito, grazie a delle opere di bonifica, sorsero le prime fattorie, il conseguente aumento della popolazione locale, portò alla fondazione dell'Abbazia di S.Salvatore di Sesto, che in poco tempo riuscì ad avere un importante ruolo politico ed economico nell'intera regione, l'Abbazia, fondata in epoca sconosciuta,
(VIII secolo, per E.Repetti che cita un documento dell'823, nel quale risulta già esistente), grazie ad una serie di privilegi ottenuti dagli Imperatori e dal Pontefice, riuscì ad avere rendite fino in Corsica, nel momento del suo massimo splendore, raccolse rendite da ben 2.000 "Mansi" (fattorie medioevali), uno dei principali fautori di questa ricchezza, fu l'Imperatore Ottone III che nel 996, gli concesse il privilegio di riscuotere i dazi, le tasse, amministrare la giustizia etc... istituendo un vero e proprio feudo, alle dipendenze dirette del Pontefice. Dopo il Mille, per l'Abbazia iniziò il declino, lo scoppio delle guerre comunale, soprattutto le numerose guerre fra Lucca e Pisa, combattute nel compitese, la portarono lentamente alla rovina, nel 1431 fu chiusa e abbandonata e nel 1513, Papa Leone X trasferì i pochi beni che gli erano rimasti, al Monastero di Ponziano in Lucca, ma i monaci opportunamente, se ne disfecero rivendendoli ai lucchesi (quelle poche terre rimaste erano al centro di continue controversi con i Bientinesi). Con il decadimento dell'Abbazia, che tanta ricchezza aveva portato alla Terra di Castelvecchio di Compito, il borgo ne diventò il centro politico ed economico, Lucca ben presto si sostituì al potere feudale dell'abate di Sesto e utilizzò il castello, per contrastare i pisani, le battaglie si consumarono presso l'Abbazia e più di una volta sotto le sue mura, memorabile fu l'incursione di Uguccione della Faggiola nel 1313 che lo distrusse completamente, il castello curiosamente fu poi ricostruito dal suo amico-nemico Castruccio Castracane, che da alleato si trasformerà in acerrimo nemico di Pisa. La chiesa di Castelvecchio di Compito intitolata a S.Andrea, fu fondata in epoca sconosciuta (prima del XIII secolo) all'interno del castello e sottoposta alla Pieve di Compito, l'attuale fabbrica risale al XVII secolo e ai primi del'900 fu ampliata